Omaggio a Nino Rota.
La dote di Nino Rota è la semplicità di configurare la musica a livelli di una facilità d’ascolto molto elevata, derivata principalmente dalla semplicità di vena, inserita in prospettive tradizionali e sorretta da una creatività eccezionale.
La selezione dei brani eseguita certosinamente da Gianluca Petrella (ha lavorato lunghi mesi recuperando una grande quantità di materiale, in molti casi anche rarissimo) sarà decisamente ampia con una scelta finale caduta ovviamente su alcuni capolavori conosciuti dal grande pubblico, le colonne sonore dei film di Federico Fellini, ma anche su particolari brani meno famosi ma di grande caratura artistica.
Le atmosfere varieranno a seconda dei brani in una ricercata alternanza fra il dolce e l’amaro: il Nino Rota solare e allegro e quello più scuro e drammatico. Il tutto eseguito grazie all’aiuto di una band molto eclettica con musicisti scelti con molta attenzione e provenienti da varie estrazioni musicali che vanno sicuramente oltre il jazz, come ad esempio lo straordinario Andrea Sartori che con i suoi macchinari sarà in grado di eseguire dei veri e propri rifacimenti (attenzione, non dunque i classici “remix”!), la grande realtà pianistica di Giovanni Guidi, la straordinaria capacità d’improvvisazione di un percussionista “pensante” quale Cristiano Calcagnile, l’enorme energia del baritono di Beppe Scardino mutuata direttamente dall’amatissima Cosmic Band del trombonista barese, la sorpresa del corposo bassismo dell’americano Rhemer e infine la “chicca” vocale John De Leo, per interpretare le canzoni più suggestive del repertorio rotiano compresa una versione commovente del brano “Parla più piano” tratto dal film Il padrino, in dialetto siciliano.
Feat.